5 fattori decisivi per la scelta del condizionatore

L’acquisto di un condizionatore non può essere fatto senza prima documentarsi un po’ su questi apparecchi: scegliere il condizionatore sbagliato per la propria casa può condurre ad un’amara delusione o peggio, a dover sostituire l’apparecchio anzitempo. Per questo, prima di approfondire quali siano i parametri generali da tenere in considerazione, è necessario fare una indispensabile introduzione per darvi un primo orientamento.

La primissima è questa: in questa pagina ci occupiamo esclusivamente di condizionatori fissi. Se siete interessati ad un modello portatile potete leggere la nostra guida all’acquisto dedicata.

Mono, Dual, Trial: quanti split?

Se avete già sfogliato pagine web o girato per le corsie di un negozio vi sarete già imbattuti nella dicitura “mono split” o “dual split“. Gli “split” sono le unità interne che si possono collegare ad una singola unità esterna: “mono” vuol dire che si può collegare una sola unità interna, “dual” due unità, “trial” tre unità e via discorrendo.

La stragrande maggioranza dei modelli in commercio destinati all’utenza privata sono mono split, con una più piccola percentuale del mercato occupata da modelli dual split: per soddisfare una maggiore percentuale di utenti ci occupiamo qui unicamente di condizionatori mono split.

Solitamente questi modelli sono più che sufficienti per climatizzare appartamenti di medie dimensioni (trilocali) se collocati nel soggiorno. Se vi interessa climatizzare solamente una stanza da letto, a maggior ragione il condizionatore mono split è adatto alle vostre esigenze.

Un condizionatore multisplit si rende necessario quando si voglia climatizzare una grande abitazione: in questo caso sarà consono installare due o più unità interne, anche se questo comporta una maggiore complessità dei lavori richiesti. È sempre possibile, per semplificare le opere necessarie, installare due o più condizionatori mono split indipendenti, laddove la conformazione architettonica della casa o del palazzo lo consenta.

BTU: quante ne servono?

BTU sta per British Termal Unit, un’unità di misura internazionale usata per quantificare la quantità di calore sottratta (o aggiunta) all’ambiente in un’ora.

Si può facilmente pensare che un climatizzatore dalla potenza refrigerante maggiore, dunque con un numero di BTU elevato, sia sempre meglio, invece non è così. La quantità di BTU necessarie è infatti commisurata alle dimensioni dell’ambiente da climatizzare e ad alcuni altri fattori ambientali: è importante avere un’idea precisa delle BTU che servono per refrigerare casa nostra altrimenti il climatizzatore rischia di lavorare troppo e dunque di andare incontro ad usura prematura.

Questo è particolarmente vero per i climatizzatori con funzionamento on/off, ma ne parleremo meglio più avanti quando ci occuperemo delle diverse tipologie di condizionatore esistenti.

Quante BTU servono allora per la vostra casa? La tabella sottostante vi può aiutare a farvi un’idea.

Mq BTU Mq BTU 14 5.000 51 12.000 23 6.000 65 14.000 28 7.000 92 18.000 32 8.000 111 21.000 37 9.000 130 23.000 42 10.000 148 25.000

1. Tecnologia

È chiaro che oltre una certa soglia, indicativamente, si renda necessaria l’installazione di: i migliori condizionatori mono split arrivano a 21.000 BTU e superano i 1000 € di costo.Ci sono poi alcunida tenere a mente nel calcolo della superficie: se ad esempio il condizionatore si dovrà collocare in un ambiente naturalmente caldo, come una mansarda o una sala esposta al sole da grandi finestre, è necessario calcolare un 10% di BTU in più per compensare questo calore extra.Per lo stesso motivo, se il condizionatore viene collocato in cucina, dove forni e fornelli possono generare calore in surplus, è necessario aggiungere 4000 BTU al totale.Decidete dunque quante BTU vi servono a monte della scelta del vostro nuovo condizionatore, dopodiché potete passare a considerare anche i rimanenti fattori.

Sul mercato oggi si possono trovare sostanzialmente due tipologie di condizionatori: i modelli “on/off” e quelli “inverter“.

On/off

Come suggerisce il nome (acceso/spento), questi modelli di condizionatore funzionano ad erogazione intermittente della potenza refrigerante, vale a dire che l’apparecchio non funziona in continuazione, ma alterna momenti di erogazione dell’aria fredda a momenti di pausa.

Questo comporta che nella temperatura dell’ambiente si verifichi una leggera oscillazione: temperatura più fredda quando il condizionatore è in funzione, più calda quando è spento. È infatti necessario che la temperatura salga oltre la soglia impostata affinché il condizionatore riparta e raffreddi di nuovo. Questi continui “start & stop” comportano anche un certo consumo, dato che il compressore si riavvia ogni volta e ri-raffredda di nuovo il refrigerante.

Dicevamo che è particolarmente importante badare alla relazione tra superficie da refrigerare e BTU quando si sceglie un condizionatore di questo tipo. Spieghiamo perché: è chiaro che, se scegliamo un condizionatore troppo debole, il compressore rischia di lavorare costantemente, cosa per la quale non è progettato, e andrà incontro a surriscaldamento e usura precoce. Al contrario, se scegliamo un condizionatore troppo potente, succederà che il locale si raffredderà sì in fretta, ma saranno anche più brevi gli intervalli di lavoro, col risultato che di nuovo il compressore dovrà attivarsi più di frequente e “faticare” più del necessario.

Inverter

La tecnologia inverter è di più recente introduzione e rappresenta un miglioramento rispetto alla precedente tecnologia on/off. Questi condizionatori sono infatti progettati per l’erogazione continua della potenza refrigerante, effettuando piccoli aggiustamenti per mantenere costante la temperatura. Questo si traduce non solo in una temperatura più stabile dell’ambiente, ma anche in minori consumi energetici, dato che non ci sono continui spegnimenti e accensioni.

I costi e le modalità di installazione sono identici per le due tipologie, e anche il divario di prezzo si è ormai molto ridotto: i condizionatori inverter costano ancora, a parità di tutto il resto, più di quelli on/off, ma si tratta ormai di una differenza di 50-100 € soltanto.

2. Consumi

Il tema dei consumi è molto rilevante quando si parla di condizionatori, dato che sono apparecchi che vengono utilizzati per lunghi periodi di tempo, molto assiduamente e prelevano molta energia dalla rete domestica.

Il condizionatore è uno degli elettrodomestici per i quali vige l’obbligo di etichettatura energetica, per cui è piuttosto semplice paragonare i consumi dei vari modelli. Va da sé che i condizionatori “puri” rendono conto solamente delle prestazioni di raffreddamento, mentre i modelli con pompa di calore espongono i consumi sia in modalità refrigerante, sia riscaldante.

Dal 01/01/2019 le fasce di efficienza energetica sono 7, dalla più alta (A+++) alla più bassa (D). Nel caso dei condizionatori con pompa di calore sono presenti due scale, delle quali quella dedicata alla modalità di riscaldamento è contestualizzata secondo tre aree climatiche (calda, media e fredda) esemplificate da una cartina stilizzata dell’Europa. L’esempio qui sotto vi farà capire di che cosa parliamo:

Come si può notare, l’efficienza energetica in modalità riscaldamento può cambiare a seconda dell’area climatica: ovviamente è più alta nelle zone calde, dove è più facile riscaldare un ambiente, e più bassa nelle zone fredde. Dovremo perciò fare riferimento unicamente all’area di nostro interesse.

Ad esempio, chi vive a Milano guarderà solo la seconda colonna, chi vive sulle Alpi farà riferimento alla terza e chi vive al Sud considererà la prima.

In etichetta sono però riportati anche altri dati che offrono un ulteriore dettaglio sui consumi del nostro condizionatore. Questi sono:

kWh/anno : stima dei kW consumati in un anno sulla base di un uso-tipo del condizionatore;

: stima dei kW consumati in un anno sulla base di un uso-tipo del condizionatore; kW : la potenza nominale del condizionatore;

: la potenza nominale del condizionatore; SEER : indice di efficienza energetica stagionale in modalità di raffreddamento;

: indice di efficienza energetica stagionale in modalità di raffreddamento; SCOP: coefficiente di prestazione stagionale in modalità riscaldamento (solo per modelli con pompa di calore).

SEER e SCOP sono due indicatori che mettono in relazione rispettivamente la capacità refrigerante e la capacità riscaldante con il consumo elettrico: quanto più questi valori sono alti, tanto più efficiente è il condizionatore.

Rumorosità

L’ultimo dato riportato in etichetta energetica è quello relativo alla rumorosità, intesa sia come rumore prodotto dall’unità interna, sia dall’unità esterna. Ovviamente ci interesserà considerare quale sia la rumorosità massima dell’unità interna, che può andare dai 60 dB dei modelli più rumorosi ai 40 o meno dei condizionatori più silenziosi.

Le unità esterne non sono a loro volta particolarmente rumorose: con un livello sonoro tra i 50 e i 60 dB difficilmente voi o i vicini vi renderete conto che è in azione.

3. Funzioni

Chiaramente non dobbiamo trascurare di dare un’occhiata anche alle funzioni che un condizionatore offre, dato che è necessario che queste rispondano in pieno alle nostre aspettative. Diciamo subito che ci sono alcune funzioni condivise da tutti o quasi i condizionatori, che possiamo quindi definire funzioni standard che non dovrebbero mai mancare:

Ala basculante : possibilità di controllare l’oscillazione o l’inclinazione fissa dell’ala che direziona il getto d’aria;

: possibilità di controllare l’oscillazione o l’inclinazione fissa dell’ala che direziona il getto d’aria; Modalità automatica : funzionamento automatico finalizzato al mantenimento di una data temperatura;

: funzionamento automatico finalizzato al mantenimento di una data temperatura; Deumidificazione : funzionamento solo come deumidificatore, senza raffreddare l’aria;

: funzionamento solo come deumidificatore, senza raffreddare l’aria; Riscaldamento: funzionamento in modalità riscaldamento grazie a una pompa di calore integrata.

Verificate la presenza di tutte queste funzioni: aumenteranno la versatilità e l’utilità del vostro condizionatore.

Controlli

Consideriamo poi come viene controllato il condizionatore: alcuni modelli molto economici o un po’ datati, ad esempio, si comandano manualmente attraverso pulsanti posti sulla macchina, che quindi non può venire installata fuori portata delle nostre dita. Si tratta di casi rari, ma vi raccomandiamo comunque di verificare, per vostra comodità, che il condizionatore da voi scelto abbia almeno un telecomando. Nei modelli più sofisticati, poi, è possibile controllare l’apparecchio attraverso il proprio smartphone. Si installa un’apposita applicazione, si connettono telefono e condizionatore attraverso il nostro WiFi domestico e poi si può monitorare lo stato della macchina così come controllarne o programmarne il funzionamento.

Modalità di funzionamento

Oltre alla già citata modalità di funzionamento automatico, quasi sempre un condizionatore offre anche altre modalità, che vi consigliamo di indagare per farvi un’idea di come e quanto potrete usare il vostro condizionatore. Le più comuni tra queste modalità sono:

Modalità notte : o modalità silenziosa, funziona a ventilazione ridotta per non disturbare il riposo

: o modalità silenziosa, funziona a ventilazione ridotta per non disturbare il riposo Modalità Eco : modalità di funzionamento a ridotto consumo energetico

: modalità di funzionamento a ridotto consumo energetico Modalità turbo: modalità ad alta efficienza per ottenere risultati rapidi

Possono esserci anche altre modalità che qui non abbiamo considerato, limitandoci alle più comuni in assoluto. In diversi casi ad esse si affianca un timer di funzionamento: è possibile quindi stabilire per quanto tempo vogliamo che il condizionatore rimanga attivo o, nei modelli più sofisticati, programmarne l’avvio e l’arresto.

Un’ultima menzione la dedichiamo alla funzione di autodiagnosi, presente su taluni modelli di fascia media e alta: il condizionatore è in grado cioè di segnalare eventuali guasti o problemi, in maniera più o meno sofisticata e dettagliata.

4. Filtrazione

Gli ultimi anni hanno visto una crescente attenzione sull’importanza di respirare aria pulita: le notizie sull’inquinamento, soprattutto nelle nostre città, sono piuttosto scoraggianti, e non stupisce che allergie e problemi respiratori siano aumentati considerevolmente in tempi recenti.

Per questo motivo anche i produttori di condizionatori hanno cominciato a montare dei filtri sui loro apparecchi, per aiutare i consumatori a mantenere l’aria di casa pulita. Se abitate in una grande città, se soffrite di riniti di varia origine o se volete creare un ambiente quanto più salubre possibile per i vostri bambini, vi consigliamo di scegliere un condizionatore dotato di un sistema di filtrazione dell’aria.

Tipi di filtri

Naturalmente sono diversi i tipi di filtri che possiamo trovare su un condizionatore, fermo restando che i modelli più economici o datati non prevedono nessun sistema di filtrazione più sofisticato di un semplice filtro reticolato. Al di là di questo, presente su tutti i condizionatori, sono almeno tre i tipi di filtri che possiamo trovare. Difficilmente un condizionatore li monterà tutti, per cui è il caso di capire a priori quale ci interessa di più:

Carboni attivi : il più semplice dei filtri, quello a carboni attivi è efficace unicamente contro i cattivi odori e i fumi di origine organica;

: il più semplice dei filtri, quello a carboni attivi è efficace unicamente contro i cattivi odori e i fumi di origine organica; Antiallergico : una variante del filtro antipolvere con ioni d’argento, che catturano e trattengono allergeni e batteri;

: una variante del filtro antipolvere con ioni d’argento, che catturano e trattengono allergeni e batteri; PM2.5: un filtro ad alta efficienza efficace anche contro le particelle di polvere più sottili.

Ovviamente la presenza dei filtri significa manutenzione periodica: essi vanno infatti ciclicamente liberati della polvere che vi si è accumulata e, almeno nel caso dei filtri con ioni d’argento, bisognerà anche sostituirli per mantenere alta l’efficacia. Tipicamente un filtro agli ioni d’argento dura 12 mesi, dopodiché perde la sua efficacia antibatterica.

5. Impatto ambientale

Un ultimo dettaglio che vi esortiamo a tenere in considerazione è l’impatto ambientale del condizionatore che vi apprestate ad acquistare, e non lo diciamo solo perché riteniamo sia importante avere una coscienza ecologica: in questo caso scegliere un apparecchio “green” ha una ripercussione anche economica. Ma andiamo con ordine.

Per il loro funzionamento i condizionatori si servono di gas refrigeranti che, una volta compressi dal compressore, raffreddano la serpentina in cui sono contenuti e l’aria fatta passare attraverso questa serpentina viene refrigerata. I gas refrigeranti vengono ultimamente valutati secondo due parametri: il Global Warming Potential (GWP) e l’Ozone Depletion Potential (ODP), indicatori dunque di quanto dannosi essi siano per l’ambiente.

Bisogna notare che a partire dal 2025 sarà vietato l’uso di gas refrigeranti con GWP superiore a 750, quindi chi acquista oggi un condizionatore farebbe bene a equipaggiarsi già di un apparecchio rispondente a questo obbligo. Nei condizionatori attuali sono sostanzialmente due i gas refrigeranti utilizzati:

R410a : GWP=2088, ODP=0

: GWP=2088, ODP=0 R32: GWP=675, ODP=0

Entrambi i gas non sono pericolosi per lo strato di ozono (il loro Ozone Depletion Potential è pari a zero), ma il primo, che al momento in cui scriviamo è ancora il più comune, ha un GWP di molto superiore a quello che sarà il futuro limite massimo.

Per completezza d’informazione vi ricordiamo che non è possibile utilizzare un gas refrigerante diverso da quello per cui il condizionatore è stato progettato, dunque non è possibile semplicemente cambiare refrigerante e pensare che vada bene così: si finisce solo col danneggiare l’apparecchio.

Considerate infine, se ancora vi servisse un incentivo a scegliere un condizionatore a gas R32, che quest’ultimo è molto più semplice e più economico da ricaricare rispetto all’R410a.

Altri fattori da tenere in mente per la scelta del condizionatore

I materiali sono importanti?

I materiali costruttivi di un condizionatore sono abbastanza standardizzati: al di là delle dovute considerazioni su che tipo di condizionatore preferiate (se inverter o on/off) e, come abbiamo spiegato poco più sopra, quale gas refrigerante sia preferibile, non vi consigliamo di spendere troppo tempo a considerare i materiali costruttivi.

La marca è importante?

È fuor di dubbio che vi siano brand specializzati nel trattamento dell’aria o, ancor più specificamente, della climatizzazione. Tutti riconosciamo ad esempio il nome Daikin associato ai condizionatori, ma vi sono anche brand più “generalisti” che sono presenti sul mercato con validi modelli. Pensiamo ad esempio a Mitsubishi, Samsung, Fujitsu e LG.

Vi sono altri marchi meno noti che normalmente offrono modelli a un prezzo più contenuto: noi vi consigliamo di verificare la disponibilità sul territorio di centri assistenza autorizzati del brand che state scegliendo. In caso di necessità vorrete poter contare su un servizio clienti in italiano e su una rete di assistenza sufficientemente capillare.

Il prezzo è importante?

Naturalmente il prezzo è molto importante, non solo per il nostro budget, ma anche per le prestazioni del condizionatore. A grandi linee, quanto più un condizionatore è potente (dunque quante più BTU vanta), tanto più è costoso. Questo indipendentemente da che tipo di tecnologia il condizionatore adotti: abbiamo già detto che la differenza tra inverter e on/off ormai è minima.

Ma il prezzo è determinato anche da altri fattori, quali il numero e la sofisticazione delle funzionalità.

Ecco allora che un condizionatore “base”, molto semplice ma con una discreta potenza refrigerante, può costare tra i 300 e i 600 €. All’opposto, un condizionatore dall’elevata potenza, ricco di funzionalità e magari anche connesso al nostro smartphone supera facilmente i 1000 €.

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